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Geological Tours

Autori:

 

Il circuito dei forti di Genova
 

autore:    Christian Roccati [25-01-2022]

Abstract:

Alle spalle di Genova esiste un circuito pedonale che ci porta a scoprire le fortificazioni settecentesche costruite per difendere la città da una possibile invasione Austroungarica. L’ambiente è suggestivo e la passeggiata estremamente panoramica, con viste che spaziano dal mare alla catena appenninica che separa il genovesato con la pianura padana. I primi forti che incontriamo si chiamano Sperone e Begato, da dove la spettacolare vista incombe sul porto antico di Genova e sulla città storica. Da qui il sentiero diventa in pochi minuti un affascinante percorso nella natura montagnosa della Liguria. Raggiungiamo così Forte Puin e Forte Fratello Minore, dai quali possiamo già ammirare l’affascinante sagoma del Forte Diamante.


Scopri di più:
La città di Genova e le sue vallate limitrofe, sono sorvegliate da una cinta muraria di forti che si distribuisce su più linee e ordini paralleli. Il crinale spartiacque che ospita le fortificazioni più conosciute, divide la Val Bisagno a ovest, caratterizzata dai tre valloni Geirato, Canate e Lentro, e la Val Polcevera, a est, a sua volta suddivisa in Valle del Secca, Sardorella e Rio Verde.
Queste aree di roccia calcarea, fanno parte della formazione di Monte Antola, che si sviluppa dalla costa di Zoagli proseguendo a nord sino alla Val Borbera in Piemonte. Per le relative caratteristiche non si sviluppano in questa grande zona importanti fenomeni carsici, anche se riscontriamo alcuni antri a catasto quali la vicina Dragunea, inferiore e superiore, e la Tana da Suja, anch'essa a più rami e attiva.
Questi elementi ci danno indizi iniziali sia sulla logistica, sia sulla tipologia di materiali costruttivi e il possibile sviluppo dei fortilizi.
Osservando il crinale a partire da Genova, possiamo analizzare forte Castellaccio, che già dal nome richiama a un "castrum". È di difficile identificazione, perché parzialmente inglobato nel tessuto urbano e negli esercizi locali. Il primo forte davvero evidente è lo Sperone, di cui si hanno riscontri storici a partire dal 1319 mediante documenti riferiti al Monte Peralto. Una prima fortezza fu costruita nel 1530 a opera della Repubblica di Genova, rinforzata il secolo successivo dalla famiglia De Mari e dotata di artiglieria pesante dal 1747, in occasione della guerra di successione austriaca. La struttura attuale fu edificata tra il 1815 e il 1827 sulle preesistenze.
Alle spalle dello Sperone vi è un colle erboso in cui era presente una ridotta, cioè una fortificazione costituita da palizzate e gabbioni: semplificando possiamo descriverle come grosse ceste in legna o vimini, riempite di terra. Al posto di questo sistema primordiale venne progettato e poi realizzato forte Puin. Questa struttura cadde in disgrazia sono al 1963, momento in cui l'architetto Franco Parodi lo restaurò personalmente, risiedendovi sino al 1978.
Il crinale che ospita questa struttura prosegue a nord e si divide in due prominenze su cui vennero prima installate delle trincee per protezione di batterie e artiglieria da fuoco nella metà del '700. Le postazioni furono usate anche durante l'assedio del 1800, ma solo nel periodo napoleonico che va dal successivo anno al 1814 furono progettati e realizzati i due "Forti Fratelli". Il genio militare Sardo tra il 1816 e il 1830 costruì due torri a base quadrata e intorno al Minore, posto a 622 m sul Monte Spino, fu edificato un recinto nei due anni successivi.
Il Maggiore, che svettava su Monte Sellato, fu raso al suolo nel 1937 per installare una postazione antiaerea tedesca.
Il forte più lontano da Genova è il Diamante che, nonostante la sua forma ricordi vagamente l'archetipo di un cristallo, prende il nome dal rilievo su cui sorge. Fu costruito tra il 1756 e il '58: risulta il fulcro dell'assedio del 1800 di cui si narrano le quasi leggendarie cronache, soprattutto in relazione alla battaglia del 30 aprile. Le truppe austriache guidate dal conte Hoenzollern conquistarono i Forti Fratelli; non riuscirono a scacciare il comandante Bertrand e la sua guarnigione, protetta tra le mura del Diamante, nonostante le tecniche ossidionali e il grande impiego di uomini e mezzi. Dopo una serratissina resistenza giunsero i rinforzi del generale francese Soult: un'incredibile battaglia campale si svolse sotto a queste mura che videro la capitolazione degli austriaci.

Nonostante le opere facciano parte dell'epoca moderna sono degne figlie dell'eccellente sviluppo tecnologico medievale. È possibile usarle a esempio per raccontare le grandi innovazioni derivate dai reparti di guastatori. Il tema è davvero interessante e riguarda l'ingegneria militare costituita da baluardi, fossati, e il relativo utilizzo di esplosivi e gallerie, sfatando falsi miti di secoli bui, e ponendo luce su un era ancora da comprendere in profondità e completezza.
I forti non sono l'unica grande opera dell'area. È bene soffermarsi sull'acquedotto storico con uno sviluppo di 28 km già dal '600 e strutture preesistenti dal XIII secolo. Il sistema idrico visse un'epoca d'oro sino al 1917, vantando la costruzione del grande ponte sifone del Veilino a inizio '800, una struttura a 18 arcate con ampiezza delle stesse sino ai 13 metri, letteralmente sospese nel vuoto.
Per inquadrare l'area nel suo complesso, sarebbe fondamentale e necessario osservare anche le strutture storiche in linea di vista e l'importanza ambientale, esplorativa e sportiva outdoor. Si tratta di uno specchio sull'antropologia e l'etnografia del primo entroterra genovese, sostanzialmente è un modo per scoprire chi davvero noi siamo.